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Ho visto tanta arroganza alla Fifa - dice Roland Rino Büchel
veröffentlicht am Freitag, 19.06.2015
Corriere del Ticino
www.cdt.ch/sport/calcio/133141/fifa-ho-visto-molta-arroganza.html
Quando nel 2010 Roland Büchel, neo consigliere nazionale UDC, ha iniziato a mettere alle strette il Dipartimento di Ueli Maurer affinché chiarisse quel che succedeva dietro le porte della Fifa, alcuni colleghi del campo borghese si sono stupiti: perché ti occupi di corruzione? Non è un tema di sinistra? “Lo faccio per la Svizzera, perché tra qualche anno tutto scoppia e per la nostra reputazione sarà un brutto colpo” – rispondeva Büchel.
Anche Sepp Blatter non aveva gradito: “Büchel vuole più Stato nello sport”, affermava il capo dimissionario della Fifa in un’intervista apparsa nel 2010 nella Weltwoche (nella stessa intervista Blatter non nascondeva le sue ambizioni di poter un giorno ricevere il Nobel per la pace). Non è vero, aveva allora ribattuto Büchel in una lettera aperta alla Fifa:
“Quel che voglio è esattamente il contrario. Non iperattivismo statale, ma maggiore responsabilità da parte delle organizzazioni sportive internazionali. La mia mozione dà tempo fino al 2011 alla FIFA, al CIO e all’UEFA di fare ordine tra i loro funzionari corrotti”.
Gli interventi di Büchel erano motivati da quanto visto tra il 1999 e il 2001, quando lavorava per la ISL, l’agenzia che si occupava del marketing per conto della Fifa, ci racconta il deputato sangallese. Nel 2001 l’ISL fallì (“Il più grande fallimento della storia svizzera dopo Swissair”) ma solo sette anni dopo emerse lo scandalo della corruzione: l’agenzia aveva versato 142 milioni ad alti funzionari della Fifa e del CIO. “E questi milioni erano pure stati dedotti dalle tasse”.
All’epoca, precisa Büchel, non si sospettava che le cose stessero così. “Tuttavia ho visto molta arroganza, e un grande sperpero di denaro”. Basti pensare che “adesso il salario medio alla Fifa, compreso quello della signora che fa le pulizie, è di quasi 250'000 franchi”.
La mozione di Büchel venne accolta all’unanimità dal Nazionale, ma poi trasformata in un poco incisivo postulato dagli Stati (secondo Büchel “anche a causa della candidatura svizzera per i giochi olimpici invernali”).
La macchina politica si è comunque mossa pian piano e nel dicembre dell’anno scorso il Parlamento ha adottato le prime modifiche di legge per alzare il controllo sui manager sportivi, mentre la scorsa settimana si è discusso di norme anticorruzione. In questi giorni poi da sinistra fioccano nuovi interventi parlamentari per chiedere un’imposizione fiscale più pesante delle associazioni sportive con sede in Svizzera, oggi privilegiate.
Il resto della storia è noto: lo scorso 27 maggio, sette funzionari Fifa sono stati prelevati dal lussuoso hotel Baur au lac di Zurigo al mattino presto, mentre ancora dormivano, e condotti in carcere. La giustizia elvetica è intervenuta su richiesta dell’FBI. La sera prima un fotografo di origine argoviese, attivo come freelance anche per il NYT, riceveva l’incarico di trovarsi al Baur au lac nelle prime ore del giorno seguente: la sua foto di un lenzuolo (tessuto pregiato e senza grinze), dietro al quale passano gli alti funzionari per entrare nelle auto della polizia, ha fatto il giro del mondo.
Al contempo la procura svizzera ha aperto un’inchiesta contro ignoti per presunta corruzione nell’attribuzione dei campionati mondiali di calcio in Qatar (2018) e Russia (2022).
Un danno per l’immagine della Svizzera? “Purtroppo sì. Il Consiglio d’Europa è intervenuto, il parlamento europeo pure. Ora tutti quelli che avevano contatti, e scambi di denaro, con la Fifa, si sono tirati indietro. Dall’Interpol al Vaticano. E nei media internazionali emergono i soliti pregiudizi, dimenticando che nei ranking internazionali la Svizzera è uno dei Paesi meno corrotti al mondo”.
Così Büchel, primo inquisitore della Fifa, in queste settimane ha anche cercato di spegnere le reazioni troppo violente, rispondendo senza sosta alle chiamate dei media internazionali grazie alle sue conoscenze di francese, inglese, italiano e spagnolo. E schierandosi per un intervento politico “ragionevole”. “Adesso abbiamo la possibilità di fare pulizia una volta per tutte. Blatter per primo deve usare questi mesi per farlo, sempre che l’FBI gli lasci il margine di manovra necessario”.
Gli arresti a Zurigo erano doverosi, ma secondo Büchel la giustizia svizzera dovrebbe astenersi dall’usare lo “stile cowboy: vale pur sempre la presunzione d’innocenza”.
La legge contro la corruzione di privati votata dagli Stati la scorsa settimana è un passo positivo secondo Büchel, che condivide la posizione dei senatori secondo cui il perseguimento penale non deve intervenire d’ufficio (come voleva il Consiglio federale) ma quando è presente un interesse pubblico: “Con organizzazioni come la FIFA, il CIO o l’UEFA l’interesse pubblico è in ogni caso dato”.
Il politico sangallese considera invece un errore la revisione della legge antiriciclaggio accolta lo scorso dicembre dal Parlamento: i manager sportivi sono stati inseriti tra le Personalità politicamente esposte (PEP), le cui transazioni bancarie sono dunque poste sotto speciale vigilanza. Fin qui tutto bene: “Il problema è che sono diventati PEP non solo i vertici, ma tutti gli impiegati a partire da un certo livello”.
Ciò significa che centinaia di persone e di conti dovranno essere controllati. “La legge entrerà in vigore solo nel gennaio 2016, ma ho già ricevuto segnalazioni di persone attive nell’ambiente che sono state espulse dalle loro banche. Preferiscono non averli tra i loro clienti”.
Piuttosto ridicolo secondo Büchel è il fatto che la FIFA, con un incasso annuale miliardario, sia posta sullo stesso piano “della banda musicale di Mendrisio” o qualsiasi altra associazione senza scopo commerciale. Così non solo sfugge più facilmente ai controlli anticorruzione, ma è anche tassata a un’aliquota ridotta.
In quest’ambito è partita alla carica la sinistra: il consigliere nazionale PS Cédric Wermuth chiede con un’interpellanza al Governo di giustificare l’esistenza di tali privilegi, la presidente dei Verdi Regula Rytz con un postulato vuole sapere come intervenire per tassare queste organizzazioni come normali imprese, Carlo Sommaruga propone invece con una mozione che associazioni come la Fifa separino il bilancio non commerciale da quello a scopo di lucro (riguardante ad esempio l’attribuzione di campionati), mentre Susanne Leutenegger Oberholzer (PS) vuole creare un’autorità di sorveglianza – tipo Finma – per le associazioni sportive.
Büchel ha firmato le richieste di Wermuth e Leutenegger Oberholzer, le altre a suo avviso si spingono troppo in là. “Adesso queste organizzazioni sono sotto pressione: o si comportano correttamente o saltano in aria”.